• Sardegna, tour maxienduro e corso su sabbia

    Sardegna, tour maxienduro e corso su sabbia

    21 - 27 aprile 2011 (Pasqua 2011)

    Gonnesa e il Sulcis Iglesiente

Racconto di Roberto.

"21 aprile, finalmente è arrivato.
Ci sono dei momenti della vita in cui decidi che devi sbrigarti per realizzare i tuoi sogni.
Uno di questi era l’Africa in moto. Pensavo di essere pronto, Ne ero convinto.
Cercavo un’organizzazione che mi portasse lì. Ce ne sono tante.
Poi ho conosciuto Mirko e Miria di Azzurrorosa, organizzano raid  in Africa, benissimo.
Pranzo all’agriturismo, a Verucchio,li conosco di persona.
Corso di Maxienduro, solo dopo due settimane, giusto per capire che del bestione da 200 chili non avevo capito niente, mi sa che è meglio che l’Africa aspetti.
A Pasqua vanno in Sardegna per un tour/corso di una settimana, vado solo per un paio di giorni. Loro accettano, non ti dicono mai di no, ma forse già sapevano come sarebbe andata a finire…
Il 21 aprile dicevamo. Sono nell’ufficio, sistemo le ultime cose. Il lavoro è già rallentato,molti pensano alla Pasqua.
Carico la moto. Pochi cambi, qualche maglia pesante e l’abbigliamento da fuoristrada.
Lego le borse con le cinghie e parto, destinazione Civitavecchia.
Il viaggio è breve e spensierato. C’è un bel sole e fa caldo. Spero che le previsioni abbiano preso una cantonata. Non sarebbe la prima volta… danno pioggia. Sembra impossibile.
Arrivo a Civitavecchia. C’è poca gente. Incontro Mirco all’entrata degli imbarchi, mi sorride, è una delle armi vincenti di quest’uomo di poche parole e di tanti fatti. Sono arrivati già da un po’, sono davanti al bar con il mitico Toyota con tanto di carrello.
Saluto una Miria vestita da guerriera del deserto.

Il piccolo Tommy, orgoglioso della sua nuova minimoto caricata sul carrello con le grandi.
Sono il primo..strano, mi dico, io che sono sempre in ritardo! si vede che ci tengo. 
Arriva Franco. medico di Rimini. Tutti lo chiameremo “Hermann”, forse è il suo cognome, ma non me lo chiedo perché gli sta veramente bene, mi sembra un nome da gerarca Nazista, arrogante e vizioso (il gerarca).







Un uomo che sembra averle fatte di tutti i colori nella vita, non si risparmierà di raccontarci i particolari delle sue avventure. Alla fine gli vogliamo tutti bene. Ha una bellissima ktm 990 superaccessoriata. Corredata da una serie di accessori da viaggio, tra cui efficacissimi completi antipioggia che generosamente distribuirà agli sprovveduti bisognosi (tipo il sottoscritto).


Quasi contemporaneamente arriva Claudio. Per lui vorrei spendere due parole. È un ragazzone alto e ben piantato che guida una Bmw Adventure come se fosse uno scooter, ad una velocità pazzesca su qualsiasi strada e senza scomporsi mai. Non è mai stato in difficoltà, tranne una sola volta, ma comunque dopo aver superato le leggi della fisica e della logica, ma ne parleremo più avanti. Sorride, parla toscano, e deve, dico DEVE portare un pensierino alla fidanzata. Ce lo dirà per tutto il viaggio.
Infine arriva Giorgio.

Viene da Roma come me. Entusiasta della vita e dei viaggi in moto. Amante delle scalate e delle immersioni. Nelle lunghe chiacchierate in nave  scopriremo di avere diverse passioni in comune. Discutiamo insieme su cosa spinge l’uomo a praticare attività pericolose, espressioni di Disagio secondo Giorgio, passioni, secondo me.
Forse le due cose combinate, ma resteremo, confrontandoci divertiti, sulle rispettive posizioni. Già prima di arrivare a Cagliari organizziamo il prossimo viaggio insieme, già sappiamo che non finirà lì. Si occupa di doppiaggi e doppia, tra le altre cose, un personaggio di un cartone animato di nome Manny e Manny lo chiameremo tutti. 
Ha una nuovissima ktm, con tanto di frecce e specchietti, leggera e maneggevole, non vede l’ora di provarla.
Si avvicina il momento della partenza.


Le moto sul carrellone. Mirko le gestisce le operazioni di carico con efficienza e precisione.
Diamo tutti una mano, siamo già una squadra, pochi minuti e sono tutte su tranne la mia bmw che viaggerà per conto suo.
Imbarco e ci vediamo tutti al bar della nave.
La nave parte per Cagliari sotto un sole primaverile.
Incontro uno dei ragazzi dell’equipaggio di Yes. La barca a vela che ho tradito per le moto, per il sogno dell’Africa, non me ne vuole, lo capisce, è motociclista anche lui.
La serata scorre veloce, ci si conosce, si ride e l’atmosfera è serena e rilassata.
La notte passa veloce, il mare è mosso, ma tutti riescono a dormire. Arriviamo a Cagliari in tarda mattinata.
Piove, e pioverà sempre.
Scarichiamo le moto.

Incontriamo Alessandro, splendido sornione e buono come il pane, non lo smuovi neanche con le cannonate, sempre tranquillo e calmo condivido con lui idee politiche e di giustizia. 
Lo avevo conosciuto a Verucchio, ha un GS giallo e nero che più o meno ha la sua stessa età  e lo guida come un fulmine.
È vestito come se fosse agosto e come se ci fossero30 gradi ha pure il cappellino per il sole da deserto di quelli che ti riparano la nuca e qui piove e fa pure freddo.

È il 22, ci indirizziamo sotto la pioggia battente verso l’agriturismo che ci ospiterà.
Sulla strada incontriamo Filippo, è un ragazzo pieno di entusiasmo appassionato di meccanica e di fuoristrada, si rivelerà una eccellente ed un impeccabile conoscitore del suo territorio, la Sardegna appunto
. Disponibile e sorridente non si risparmia riparazioni “al volo” e complimenti per le moto di ciascuno di noi.
Arriviamo all’agriturismo è gradevole e rifinito in cima ad una collina con un panorama mozzafiato. Intanto Piove.
Mangiamo un boccone, ci vestiamo e usciamo con le moto, Filippo guida la ktm di Mirko e noi dietro.
La prima tappa è nei sughereti di Iglesias. È completamente diversa dalla Sardegna che tutti immaginavamo. Verde e rigogliosa, profumata dei fiori che colorano i boschi. Restiamo stupiti dalla bellezza di questa natura.
Poi Filippo ci porta nel canyon della Miniera di San Luigi, colori bellissimi. Stavolta delle pietre scolpite dai minatori. E poi guadi, salti, sterrati senza fine. Per finire, Cala Domestica,una incantevole spiaggia in un golfo naturale pieno di fascino.
Torniamo all’agriturismo, soddisfatti e felici.  Nel frattempo piove.
Cena, le impressioni condivise, tutti entusiasti. Hermann ha faticato un po’ a starci dietro, domani se piove non verrà.
Decidiamo, tutti d’accordo, che la moto ideale non esiste.

Stabiliamo che ce ne vogliono almeno sei.
Giro di alcolici, risate. Tutti contenti. L’indomani Hermann non viene.
Il 23 sarà una giornata magica. La mia più bella da motociclista.
Ripartiamo dal canyon della miniera di San Luigi che ci porterà verso quella che per me sarà una specie di visione.

Iniziamo uno sterrato che ci porta in un bosco mediterraneo, e tornante dopo tornante ci troviamo davanti uno spettacolo unico, una enorme duna di sabbia nel mezzo delle montagne! sono incredulo, non è possibile! Siamo tutti esterrefatti, è uno spettacolo magnifico e non vediamo l’ora di salirci. Aspettiamo che vadano via dei fuoristrada francesi che tentano di salire e poi ci scateniamo, o meglio…
Filippo si scatena, Manny pure…Mirko si pianta a metà salita, io mi faccio spiegare a grandi linee e parto. Salgo, curvo, volo, rido, mi schianto. Una meraviglia!
Un consiglio… Sulla sabbia non togliete mai il gas.

Alessandro è bloccato dalla rottura di un coperchio punterie della sua moto che si è scontrata con un masso di un centinaio di chili. È stata riparata con del nastro adesivo americano poco dopo il canyon, mitica GS! 
Ma non rischia e si limita alle foto.
Mangiamo bagnati e felici.
Il giro prosegue, Fluminimaggiore, Scivu ed infine Piscinas, splendido.


Ma nel cuore, quella duna meravigliosa in mezzo al bosco prenderà posto nella mia vita accanto alle cose più belle.
Agriturismo, doccia, cena, a letto stanchi e felici.
Il 24 prosegue il giro.
Iglesias, San Benedetto, Malacalzetta, Arenas, Domusnovas, tutti sterrati meravigliosi.
Il tour è splendido, poco asfalto e un mare di derapate, fango, sabbia, erba, sassi, c’è veramente di tutto. Improvvisiamo una specie di circuito in una zona sabbiosa (Arenas). Le moto leggere vanno come razzi.
Io come al solito tolgo il gas al momento sbagliato e mi schianto.

Ma sono contento e mi diverto come un bambino.
Mirco prende la mia moto e mi fa vedere come si fa, capisco subito…che per diventare come lui ci vogliono trent’anni di fuoristrada.
Nel frattempo chiedo a Miria se può farmi prolungare la vacanza fino alla fine, come gli altri, si, perché sarei dovuto tornare stasera e proprio non mi va anche se piove.


Pranziamo in un bosco meraviglioso, accendiamo un fuoco e cuociamo salsicce e formaggio.Siamo un gruppo affiatato ormai.
Filippo racconta le sue avventure mentre si occupa del fuoco.
Miria tira fuori cibo e vino dalla magica Toyota
Alessandro fa le foto e parla (male) della chiesa, è più forte di lui, dice sempre quello che pensa. 

 Manny fa la voce del personaggio dei cartoni e fa divertire Tommy, Mirco spiega qualcosa di tecnico a qualcuno che non ha capito bene quella cosa li…
Claudio deve trovare gli orecchini per la fidanzata, Hermann ci racconta di quando era all’Avana,
Io ascolto, divertito quello strano gruppo di persone, ceti e culture che questi due splendidi romagnoli sono riusciti a formare da quel paese vicino a San Marino.
Piove, ancora sterrato poi Bar per il caffè poi verso Goruneddu, una splendida strada di sabbia.
Hermann ci lascia, lui sta bene così e torna in agriturismo, stavolta ci ha preso in pieno.


La sabbia, complice la pioggia,è una trappola infernale, le due ktm leggere,come al solito vanno io cado tre volte  poi mi incastro in una pozza di fango putrido. Finalmente la fisica blocca Claudio, che con la sua bmw adventure alza bandiera bianca, ma le soddisfazioni non sono finite, anche la moto di Mirco è spanciata.
Torniamo indietro.
Mi tirano fuori dal fango a braccia e ce ne torniamo tutti in agriturismo, stanchi e felici. Continua a piovere.

Il 25 sarà la giornata degli sterrati, tanti chilometri e tanti posti bellissimi.

Villamassargia, le miniere di Rosas, Narcao, Nuxis, Santadi e la foresta di San  Pantaleo, con la nebbia tanto fitta da non vedere 5 metri avanti a te, in un clima spettrale e poi Punta Sebera con i suoi 979 metri di altezza, Domus de Maria, Chia e Capo Malfatano. Pranzo sotto la pioggia, tante chiacchiere e risate. 
Già so che mi mancheranno, mi mancheranno tutti.

Mi mancheranno questi posti meravigliosi, mi mancherà la sabbia che, vigliacca, mi fa cadere senza pietà quando levo il gas. Mi mancheranno i boschi, mi mancherà perfino questa maledetta pioggia.
Doccia, cena, grappa (non io. Sono astemio, ma il momento è impagabile) letto
Il 26 è una giornata tranquilla. Naturalmente piove.

Sterrati, piccolo ripasso tecnico, Mirco ci fa vedere come si fa e  noi proviamo ad interpretare ciascuno a modo suo, Filippo si esibisce in una serie di passaggi al limite della fisica e benchè velocissimo Mirco lo condanna con un “Hai sbagliato tutto”! Tutti noi vorremmo sbagliare come fa lui.
Tutti a pranzo in un agriturismo splendido, mangiamo, due chiacchiere e poi a fare i bagagli. Claudio si sbriga e va a Cagliari per il pensierino per la fidanzata.

Noi carichiamo le moto e facciamo i bagagli, tutti vorremmo che queste ultime ore non passassero mai. Non piove. Per la prima volta.
Il viaggio verso Cagliari è tranquillo e silenzioso.
Alessandro ci lascia, tornerà a Milano in Aereo, sono dovuto salire in nave e non sono riuscito a salutarlo, mi dispiace ma lo rivedrò.
Ceniamo con i panini fatti nell’agriturismo, ancora tutti insieme, per l’ultima volta.

Passa la lunga notte, arriviamo a Civitavecchia, sbarchiamo.
I saluti a Hermann, Claudio e infine, per ultimi, Miria e Mirco.
Vorrei abbracciarli per ore, tutti e due. Vorrei dirgli quanto mi hanno fatto stare bene.
Lo capiranno leggendo questa mia.
Vado via con Manny. Che ora tornerà ad essere Giorgio.

Ci salutiamo sull’autostrada, ci affianchiamo,
un cenno con la testa…

Ro

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